Le prime testimonianze del Castello di Ossana o Castello di San Michele, chiamato così dal santo a cui era dedicata la cappella, risalgono al 1191.
Dal 1992 è di proprietà della Provincia Autonoma di Trento che ne ha curato il restauro. Dal 2014 è aperto al pubblico in tutte le sue parti, a partire dalla straordinaria torre, alta 25 metri. Attorno ad esso si sviluppano i resti dei palazzi signorili e di servizio, due cisterne per la riserva d’acqua, due cinta murarie, una torre di accesso, il ponte levatoio e all’esterno una torre semicircolare, destinata ad ospitare l’artiglieria.
Ma la storia di questo sito è senz’altro più antica: le indagini archeologiche testimoniano la sua frequentazione fin dall’età del bronzo, nel corso del secondo millennio prima di Cristo. Le prime costruzioni, tra le quali figura probabilmente la chiesa di San Michele, risalgono all’età gota e longobarda, per arrivare alla prima attestazione documentale nel 1191. In questo tempo e lungo il Duecento il “castrum” fu sede della curia di Ossana, centro del potere del principe vescovo tridentino in Val di Sole, luogo di raccolta fiscale e di amministrazione della giustizia. Un luogo strategico, che alla fine del XIII entrò in possesso del conte Mainardo del Tirolo.
La storia del Castel San Michele conobbe anche l’assedio: esso venne espugnato infatti nel 1525 dai contadini in rivolta contro il potere vescovile, seguendo l’esempio delle insurrezioni contadine che già avevano infiammato la Germania e il Tirolo.